Il Taijiquan è ormai conosciuta più per le sue proprietà salutistiche che come arte marziale, soprattutto lo stile Yang, che spesso viene utilizzato da alcune scuole come pratica morbida per introdurre lo stile Chen più atletico.
Le grandi qualità terapeutiche del Tai Chi stile Yang ne hanno sminuito le qualità marziali rendendola una pratica olistica altamente inclusiva che permette a persone anziane di praticarlo per le proprie capacità fisiche.
La maggior parte degli insegnanti che si sono formati nello stile Yang hanno prediletto l’aspetto salutistico per due motivi: il primo è quello commerciale, tante persone hanno bisogno di ritrovare un contatto con se stessi in maniera morbida e amorevole. L’altro motivo è dovuto alla difficoltà nel riuscire a padroneggiare lo stile Yang per un uso marziale.
Solo un vero Maestro possiede la capacità di mettere in pratica e mostrare le grandi potenzialità marziali dello stile Yang, non a caso Yang Lu Chang e i suoi figli si guadagnarono il titolo di Yang Wu di: Yang L’invincibile. Di rado però s’incontrano maestri che dimostrano tali capacità ed è quindi difficile determinare se le abbiano o meno. L’esecuzione di un test di Fa Jing (Fa Jeng) non è gestire un combattimento.
Per ciò che mi è dato di conoscere, in Italia, i Maestri capo scuola dell’AIMA Capriotti e Possemato padroneggiano l’arte marziale dello stile Yang al massimo livello.
L’applicazione dei principi interni del Tai Chi Chuan stile Yang nel combattimento è complessa e richiede un lungo periodo di intenso allenamento sotto la guida di qualcuno che è già capace ad esprimerli, ovvero il Maestro. L’allenamento richiede un grande lavoro di introspezione, presenza mentale, abbinato ad una intensa fatica fisica diversa da quella conosciuta nel fitness o nelle arti marziale esterne. Il Maestro Possemato, responsabile tecnico AIMA, parla di trasformazione e alchimia interna. Un concetto che sembra ermetico ma si inizia ad intuire quando il corpo inizia a produrre un’ intenso calore nonostante si stia apparentemente fermi. E’ una preparazione che trova poco ascolto nei giovani che hanno voglia di scatenarsi e dare libero sfogo alla fisicità e alla potenza muscolare.
I praticanti di arti marziali più maturi che cercano qualcosa che vada oltre le tecniche tradizionali di pugno e calcio, quando trovano un insegnante capace di introdurli ai principi del Tai Chi Chuan marziale ne restano spesso affascinati e ponderano l’idea di non appendere “i guantoni” ed esplorare percorsi che permettono di esprimere un animo guerriero anche se non si hanno più vent’anni.
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